Lo Sciame della Cometa – 1 / Eta Aquaridi
Proprio agli inizi del mese avremo un nuovo sciame meteorico da osservare: le Eta Aquaridi. Uno sciame che ha le potenzialità per raggiungere lo ZHR (Zenithal Hourly Rate – Rateo Orario Zenitale) di circa 50-60 meteore all’ora.
Perché, tuttavia, si parla dello ‘sciame della cometa – 1’?
Come verrá illustrato nel sezione successiva, questo sciame meteorico ha origine dalla famosa Cometa di Halley, transitata nel Sistema Solare interno poco piú di 30 anni fa, e che tornerá a farci visita nel 2061… ma non e l’unico!
Anche le Orionidi di Ottobre hanno la medesima origine, dato il fatto che l’orbita della cometa stessa si avvicina all’orbita della Terra in due posizioni spaziali differenti.
Quindi, anche se non possiamo osservare la cometa, potremo ammirare qualche sua piccola parte fatta di ghiaccio e polveri che si é lasciata alle spalle nel corso dei millenni.
Nella foto sopra abbiamo l’origine di questo sciame di meteore, la Cometa 1P/Halley: molto famosa negli ambienti astronomici e forse anche al di fuori di essi, risultando visibile chiaramente ad occhio nudo. Osservazioni riguardanti questa cometa, a corto periodo (circa 75 anni), risalgono anche ad un passato antico, con testimonianze Cinesi, Babilonesi, e dei popoli dell’Europa medioevale. Inoltre, durante il suo transito del 1986, il suo nucleo fu il primo della storia ad essere studiato e fotografato da una sonda terrestre, la Giotto.
La cometa tornerá nel 2061/2062 dopo che avrá raggiunto l’afelio (il punto piú lontano dal Sole) della sua orbita tra soli tre anni. Durante questo passaggio l’astro transiterá a meno di una unitá astronomica (la distanza Terra-Sole, 150 milioni di km) da Giove, e a poco piú di soli 8 milioni di km (circa 22 volte la distanza Terra-Luna) da Venere.
Un successivo passaggio avverrá invece nel 2134, quando, per gli osservatori di quel tempo, la cometá fornirá uno spettacolo ancor piú affascinante, transitando a soli 13 milioni di km (36 volte la distanza Terra-Luna) dal nostro pianeta, con una magnitudine di -2!
Passando ora ad informazioni un po’ più pratiche, quando e dove bisogna osservare per poterlo apprezzare?
Nell’immagine possiamo facilmente riconoscere il radiante delle meteore, la costellazione dell’Acquario, poco alla sinistra del pianeta rosso Marte, che sará una perfetta ‘guida’ per rintracciarlo. Alla sua destra saranno visibili, nel cielo del mattino, i due giganti gassosi Saturno e Giove.
Per il quando, invece, il picco dello sciame si avrà nelle notti tra il 4 ed il 6 Maggio, nelle ore che precedono l’alba, ma si potrà osservare una attività minore anche nelle serate precedenti e successive.
Queste meteore, inoltre, impatteranno contro la nostra atmosfera frontalmente, possibilmente coprendo estese distanze nel cielo con le loro scie in qualche secondo, creando viste sicuramente affascinanti.
La Luna disturberà la scena quest’anno, almeno nella prima parte della notte, in quanto sorgerà prima del tramonto e scenderá sotto l’orizzonte non molto tempo prima dell’alba. Tuttavia questo fattore non deve scoraggiare le osservazioni e potrà renderle anche più una sfida: osservate lontano dal punto di origine, o ponendolo alle vostre spalle e guardando verso l’alto, con il loro massimo teorico previsto per il mattino di dopodomani, prima dell’alba del 6 Maggio.
Un consiglio per osservarle è quello consueto di recarsi fuori città e da zone con poca umidità, in modo da minimizzare l’inquinamento luminoso nel cielo. Inoltre, se potete, mettervi con le spalle alle eventuali luci artificiali presenti (ad esempio dietro un muro al margine di una tettoia): questo limiterà la vostra visione del cielo, ma garantirà alla porzione più scura di essere decisamente più apprezzabile. Se potete, portate una sedia sdraio o similia, in modo da mettervi comodi con gli occhi rivolti al cielo, e lasciate che i vostri occhi si abituino all’oscuritá.
Un altro consiglio che voglio dare è quello di non osservare direttamente verso il radiante in queste situazione, ma a qualche grado da questo. Per quale motivo? Il radiante è il punto dal quale sembrano irradiarsi appunto le scie luminose, ma queste possono attraversare il cielo anche a distanza notevole da questo punto. Quindi muovetevi con lo sguardo, e vedrete che potrete apprezzarne un numero ancora maggiore.
Fotograficamente parlando, se volete tentare di immortalarle, il consiglio è di utilizzare un obiettivo fortemente grandangolare (anche dei fish-eye), aprire il diaframma il più possibile, utilizzare nuovamente un tempo di esposizione elevato (circa sui 30 secondi al minimo) e aumentare il valore dell’ISO in rapporto al vostro cielo (più inquinato dalle luci cittadine sarà, e più l’aumento dell’ISO dovrà essere contenuto).
Come sempre, se riuscirete ad osservare l’evento scrivete le vostre testimonianze sia qui sul blog, nei commenti, sia nei canali Social di Astronomia Pratica. E se riuscirete a scattare delle foto, inviatele pure tramite gli stessi canali!
Buone Osservazioni e Cieli Sereni a Tutti!
Giuseppe Petricca